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Economia

L’IVA non deve essere sempre pagata ma non tutti lo sanno: facciamo chiarezza

Molte volte percepiamo l’Iva come un nemico da combattere e qualcosa che fa gonfiare gli scontrini: ma ci sono casi in cui è possibile non pagarla.

L’Iva è qualcosa che quasi tutti i giorni incrocia le nostre vite: a volte non lo sappiamo o non ci facciamo caso, ma quando andiamo a pagare i prodotti, al bar o in un negozio, automaticamente la stiamo pagando.

Iva e calcolatrice – agenord.it

Di fatto si tratta di una tassazione indiretta che si paga quando scambiamo un prodotto. E va a incidere pesantemente sul prezzo finale del bene che acquistiamo. Conti alla mano, si può pacificamente affermare che si tratta di una delle entrate più importanti per i conti pubblici. Per alcuni casi, quindi alcuni prodotti, essa non deve essere versata.

Introdotta negli anni ’70, l’Iva la paga direttamente il consumatore che acquista un prodotto. Per la maggior parte dei beni, essa è fissata dallo Stato al 22 per cento anche se ci sono alcune eccezioni e, dunque, può scendere fino al 4 per cento ma variare anche al 5 per cento o al 10 per cento. Per versarla direttamente nelle casse pubbliche, è necessaria una determinata modalità di pagamento che può essere fissata ogni mese, ogni tre mesi o ogni anno. È il cd modello F24.

Quando non si deve pagare l’IVA

Come anticipato, in alcuni casi è possibile non pagarla. Si tratta delle situazioni dettate da condizioni soggettive, come coloro che svolgono abitualmente un’attività commerciale del tipo agricola, artistica).

L’IVA può variare a seconda delle prestazioni ma ci sono numerose eccezioni – agenord.it

La legislazione offre la possibilità di non versare l’Iva per le prestazioni “non imponibili” o “esenti”. Quest’ultime sono quelle che non hanno a che fare con la cessione di beni o prestazioni di servizi e non sono eseguite da professionisti. A titolo di esempio, è possibile evidenziare che non rientrano in questa casistica la operazioni commerciali con lo Stato di San Marino e Città del Vaticano. Allo stesso modo, quindi, tutte quelle che sono regolate da trattati e accordi internazionali.
Le operazioni su cui non è richiesto il pagamento dell’Imposta sul valore aggiunto sono anche quelle legate a motivi tecnici o sociali. Ad esempio: prestazioni sanitarie, attività culturali, giochi e scommesse.

Edoardo Corasaniti

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