Arriva la pensione part time, sul modello dei Paesi del Nord Europa. Vediamo insieme cosa cambierà per i lavoratori.
Tra le tante proposte sul tavolo del Governo, fa capolino l’idea di introdurre la pensione part time. In questo articolo vi spieghiamo come funziona.
Governo e sindacati impegnati più che mai a discutere delle pensioni. Una riforma completa non è ancora possibile in quanto, al momento, le risorse finanziarie da destinare alla previdenza sociale non sono più di 1,5 miliardi di euro. Ma è urgente fare qualcosa per rimettere in moto il mondo del lavoro che è stato inchiodato dalla legge Fornero.
Quest’ultima dovrà essere superata anche se a piccoli passi. Infatti, secondo le stime dell’Inps, se non si supera la legge Fornero, chi oggi ha 35-40 anni dovrà attendere almeno fino a 74 per poter andare in pensione e si troverà con un assegno mensile non superiore a 450 euro. Negli ultimi giorni ha fatto capolino una proposta decisamente insolita e che mai prima d’ora si era vista in Italia: la pensione part time.
Pensione part time: ecco come funziona
Il Governo Meloni sta lavorando per cercare di superare la legge Fornero. Per il 2024 non sarà ancora possibile abolirla ma si stanno facendo piccoli passi verso quella direzione. Nel frattempo potrebbe entrare in vigore già dal 2024 la possibilità di accedervi.
La pensione part time è già in vigore da anni in Norvegia e in Svezia. In Italia sarebbe una novità assoluta. In pratica consiste nella possibilità per un lavoratore di una riduzione dell’orario di lavoro fino al 50% nei 3-4 anni antecedenti alla pensione. Durante questi 3-4 anni un lavoratore prenderebbe metà stipendio e metà pensione ma continuerebbe a maturare tutti i contributi. Di conseguenza, una volta raggiunta l’età per andare in pensione, il suo assegno previdenziale sarà intero, non subirà alcun tipo di decurtazione come, invece, accade se si accede alla pensione anticipata con Ape sociale o con Opzione donna.
Durante questi 3-4 anni di pensione part time il lavoratore prossimo all’uscita, dovrà trasferire le sue competenze ai neo assunti che prenderanno il suo posto. Infatti, accanto alla pensione part time, il Governo dovrà introdurre anche incentivi affinché le aziende assumano i giovani con meno di 35 anni. In questo modo si unirebbero due benefici: una riduzione oraria per chi, a una certa età, è stanco di lavorare e il ricambio generazionale nei luoghi di lavoro. Nel Nord Europa questo sistema funziona benissimo e potrebbe rappresentare un’ottima soluzione anche in Italia.
Per il momento non è ancora nulla di certo e bisogna anche definire meglio i contorni di questa possibile alternativa. In particolare sarà necessario stabilire se la pensione part time si rivolgerà solo a chi andrà in pensione a 67 anni con la legge Fornero o anche a chi vorrà fruire di altre misure come la pensione anticipata ordinaria o Quota 103.