Ecco quali sono i colori e le forme che la vista restituisce all’amico a quattro zampe mentre guarda il suo coinquilino umano. Cosa vede un gatto
Molte case sono divenute il convitto di molti animali domestici. Sì, la curva relativa alla crescita di animali che hanno trovato una famiglia pronta ad accoglierli continua a crescere, e oramai tutti i prodotti legati agli amici a quattro zampe sono entrati stabilmente nel paniere dell’Istat.
Oggigiorno, si è notevolmente diffusa una cultura su cani e gatti, e certamente queste simpatiche presenze hanno condizionato i ritmi di vita quotidiana dei loro padroni.
L’adozione di un animale ha trovato la sua ascesa durante il periodo pandemico del Covid; in particolare, la presa in incarico di un cane. Le ragioni di questa scelta sono più di una: innanzitutto, non bisogna sottovalutare come le istruzioni di separazione fisica delle persone (dovute al rischio contagi) abbiano prodotto una reazione di isolamento, tale da accentuare l’assenza del più elementare senso di prossimità (o di un senso estremamente asettico).
Vista di un gatto, quale immagine restituiscono i fotorecettori
Certo, il cane, sotto il confinamento da Covid, ha permesso altresì di giustificare diverse uscite nel corso della giornata, grazie fondamentalmente alle necessità del tutto fisiologiche dell’animale. Per non parlare dell’approvvigionamento di cibo e prodotti per il buon mantenimento dell’animale che ha alimentato il mercato online anche sotto le restrizioni sanitarie.
Metà delle esigenze canine (che hanno fatto molto comodo ai proprietari in cerca di movimento) decadono invece con l’indipendente gatto; o più correttamente occorre dire, che ne subentrano altre, ma tutte legate all’ambiente interno, entro le mura dell’appartamento. Perché è lì che l’animale felino instaura indissolubilmente il rapporto con il suo habitat, nonché surrogato del suo territorio di scoperta e di caccia, oltre che di eccentrica affezione verso il suo proprietario.
Come vede un gatto? Ecco quello che vede
Per passare la staffetta al punto di vista del “padrone”, ecco che la casa costituisce il terreno di sperimentazione dei comportamenti reciproci di scambio tra il gatto e il suo referente umano. Un percorso graduale di conoscenza e di acquisizione della fiducia, dove, in un certo senso, è il gatto a concedere alla persona l’accesso alla sua fiducia, e non il contrario.
Tale conquista è generata dal senso di osservazione del gatto: un elemento, quello della vista, al quale non sfugge nulla delle abitudini, dei movimenti, dei momenti “intuiti” della giornata in cui si svolge una determinata azione. Informazioni utili acquisite dai concentratissimi occhi di un gatto. Sì, ma cosa vede un gatto? Cosa lasciano filtrare, dal punto di vista di forme e colori, i suoi fotorecettori? In passato si pensava che i gatti soffrissero di daltonismo.
Gli odierni studi rivelano invece essi distinguono colori come il blu, il violetto, il giallo e il verde, ma non il rosso, il marrone e l’arancione. A differenza dell’essere umano, l’occhio del gatto è privo della fovea (la regione centrale della retina, dove si raggiunge l’acuità visiva è massima). Pertanto la percezione non è ben definita, ma la presenza di bastoncelli consente loro di non perdere un solo movimento di oggetti (sebbene facciano fatica a mettere a fuoco gli oggetti lontani).