I cani sono davvero in grado di capire il linguaggio umano? Se sì, fino a quante parole possono imparare a riconoscere?
I cani sono davvero capaci di capire cosa stiamo loro dicendo? Sembrerebbe di sì: delle ricerche sembrano dimostrare che i cani sono in grado di immagazzinare nella memoria e capire fino a 200 parole diverse.
Per quanto tanti sostengano che gli animali non siano davvero in grado di capire gli essere umani, ci sono tantissimi padroni di cani che sono convinti che i loro amici pelosi capiscano le loro parole. E la scienza sembra confermarlo. Uno degli esempi è un cane formidabile, Rico, che avrebbe cambiato l’opinione anche dei più scettici.
Rico è un Border Collie, una razza che ha origini in Inghilterra. Uno studio avvenuto al Max Planck Institute di antropologia a Leipzig, in Germania, ha deciso di analizzare la sua abilità di capire il linguaggio umano, e sono arrivati alla conclusione che Rico capiva e conosceva fino a 200 parole.
I cani capiscono il linguaggio umano: è vero
Il modo in cui queste parole sono state insegnate a Rico, è attraverso il gioco. Gli studiosi mostravano a Rico alcuni oggetti, soprattutto giocattoli belli colorati, e gli insegnavano il nome di quel giocattolo. Dopo di che, mettevano questi oggetti in giro per la casa e il compito di Rico era di trovarli. Quindi Rico ascoltava la richiesta (ad esempio, “Rico, dov’è la palla?”), iniziava la sua missione di ricerca, e in pochi minuti tornava con l’oggetto richiesto in bocca.
Julia Fischer, uno dei ricercatori, sostiene che Rico è in grado di capire il significato di una parola, associarla poi all’oggetto corrispondente e ricordarlo anche col passare del tempo. Lo hanno dimostrato in particolare un mese dopo dall’aver visto gli oggetti, e Rico continuava a riuscire a individuarli senza grossi problemi.
Rico intelligente quanto un bambino piccolo
Rico riusciva anche a memorizzare nuovi oggetti mai visti prima. Una volta posto a un nuovo oggetto, anche questo veniva trovato senza problemi. Mostravano un oggetto di cui Rico non aveva mai sentito il nome, e una volta dato il comando di trovare quello, Rico procedeva per esclusione e riportava l’oggetto corretto. Sette volte su dieci infatti, Rico ha riportato indietro l’oggetto sconosciuto.
In base a questo i ricercatori suggeriscono che la sua capacità di immagazzinare vocabolario fosse simile a quella di altre specie considerate intelligenti, tra cui scimpanzè, delfini, leoni marini e pappagalli addestrati a capire il linguaggio umano, ma Rico senza bisogno di un addestramento nello specifico. Ha capacità di associazione molto simile a quella che avrebbe un bambino di circa 3 anni.