Sono ancora tante le credenze errate che circolano sull’ansia. A partire dall’idea che si tratti di una malattia. Ecco 5 falsi miti sugli attacchi di panico.
Al giorno d’oggi si parla sempre più spesso di ansia, stato emotivo che trova vasta diffusione tra la popolazione. Insieme allo stress, negli ultimi decenni – e, soprattutto in anni più recenti – si è fatta strada affermandosi come il male della nostra società. A soffrirne sono, in particolare, le generazioni più giovani. La pandemia di Covid e il lockdown, poi, hanno portato ad un peggioramento della situazione. Ma nonostante la maggiore attenzione in merito al tema, sono ancora tanti i falsi miti che circolano sull’ansia.
In questi tempi il dibattito sulla salute mentale si è fatto più accesso rispetto al passato, quando era visto prettamente come un “tabù”. Tuttavia, continua ad esserci ancora molta strada da fare e le false credenze intorno ad argomenti come l’ansia e gli attacchi di panico ne sono una prova. Molto spesso, coloro che ne soffrono devono avere a che fare con la tendenza a sminuire ciò che provano. Oppure, al contrario, con un’interpretazione eccessivamente drastica.
Per esempio, l’idea che l’ansia sia una malattia (magari da trattare con i farmaci più disparati, anche nei casi in cui questi non sarebbero necessari) è, in realtà, assolutamente scorretta. Quando si parla di ansia, infatti, si fa riferimento ad un’emozione che, seppur poco piacevole, è comune ad ognuno di noi ed esercita una funzione ben precisa.
I falsi miti sull’ansia
Le sensazioni di tensione, paura o inquietudine che contraddistinguono l’ansia sono puramente adattive. Questa, infatti, è una risposta a stimoli esterni (come, per fare un esempio, una situazione di pericolo o una novità che comporta una reazione da parte nostra), fondamentale per le nostre vite. Eppure, esiste una distinzione tra l’ansia cosiddetta “normale” e quella “patologica”, che si fa più invadente e debilitante.
Tutto ciò ci porta ad un altro falso mito. Ossia la convinzione che siano solamente alcune persone a provare ansia. Niente di più sbagliato: come affermato precedentemente, è un’emozione che riguarda chiunque, anche coloro che potrebbero sembrare particolarmente coraggiosi o chi mostra meno preoccupazione davanti alle difficoltà della vita. L’ansia agisce come una sorta di “motore” che ci aiuta ad agire e trovare soluzioni nei momenti di urgenza, ma anche ad affrontare situazioni nuove a cui non siamo abituati.
In molti, inoltre, pensano che soffrire di ansia sia sinonimo di debolezza. La verità è che ritrovarsi a fare i conti con tale emozione è assolutamente normale e che questa deriva da processi neurologici, vascolari, muscolari ed endocrini: nei casi in cui dovesse essere patologica – per via di una manifestazione frequente – la ragione è da cercare nelle soluzioni adottate per far fronte al problema e non ad una minore forza di volontà di chi ne soffre.
L’ansia poi, viene spesso associata al pericolo di “perdere il controllo”. Questo perché, in alcuni casi, va di pari passo con gli attacchi di panico (caratterizzati proprio dall’insorgenza di un senso di inquietudine e paura particolarmente intenso), ma è bene precisare che si tratta di avvenimenti momentanei, che non hanno niente a che vedere, per esempio, con patologie mentali come la schizofrenia.
Infine, un altro falso mito sull’ansia vuole che coloro che ne soffrono di debbano sforzare di sconfiggerla, partendo dai sintomi e trovando soluzioni per eliminarli. Tuttavia, come abbiamo appurato, stiamo parlando di un’emozione alla quale è impossibile sfuggire. Concentrarsi sui sintomi e sulla volontà di debellarli, molto spesso ha l’esito opposto: pensare di doversi tranquillizzare a tutti i costi, per esempio, potrebbe portare una persona a sentirsi solamente più agitata.